I raggi del sole
s’attaccano alla mia schiena
come ventose
e mi scorticano.
I dolori lancinanti
nel sudore della fatica e la sofferenza del tempo rubato,
in questa mia triste vita
colorato dallo sforzo (perpetuo)
il cui inizio si perde nel tempo.
Poche ore
per ancor meno denaro,
quanto tempo sottratto
alla felicità ed ai progetti,
si annebbiano nella vanificazione
della mia vita, e in questo mio
anticonformismo obbligato
(sembra) quasi per consuetudine.
Un tramonto sembra l’alba,
perché termina il dolore e comincerà il riposo,
nella nullità di un letto e di un sonno;
poi domani tutto daccapo.
Manuela Bellelli |
I miei occhi sono acqua sporca
macchiati di rabbia e dolore
tinti di gelatina quando sto male.
I miei occhi sono una giornata di pioggia
in pomeriggio grigio ed uggioso
timido, cupo, introverso.
I miei occhi sono un orizzonte turchese
una limpida foschia
quasi un’alba invernale e rattrappita.
I miei occhi sono un cielo d’ottobre:
triste, sgomento, prostrato
ma tenace a non morire d’inverno.
I miei occhi sono una pancia di gatto persiano
grigio, quasi celeste…
Manuela Bellelli |
Ho davanti a me
sospesa nel vuoto
una grande sfera rocciosa
che si sta frantumando.
Ho una palla
pesantemente dura
nello stomaco
e deglutisco.
Vorrei piangere;
ma non scendono.
Ansia e speranza.
Passerà anche questo.
Devo rassegnarmi al fatto
che sia un ciclo biologico.
E forse domani andrà meglio.
Manuela Bellelli
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